Epidoto
Monoclino
Ca2Al2(Al,Fe3+)[Si2O7][SiO4]O(OH)
L’epidoto è un sorosilicato di calcio e alluminio, nonché il membro principale del gruppo dell’Epidoto, che comprende molti altri minerali fondamentali ed accessori come la clinozoisite, la zoisite, la piemontite e l’allanite. L’epidoto è un prodotto comune del metamorfismo di basso grado di rocce mafiche e sedimentarie, ma si ritrova anche come prodotto di alterazione o metasomatismo in rocce ignee e in rocce termometamorfiche. Il minerale fu battezzato dal mineralogista francese René Just Haüy nel 1801 dal Greco επιδοσιζ (“epidosis”), che significa “accrescere”, un riferimento al suo lato lungo orientato parallelamente all’asse cristallografico intermedio (b).
Struttura e chimica
La struttura dell'epidoto è caratterizzata sia da gruppi isolati [SiO4] che da gruppi tetraedrici doppi [Si2O7] che uniscono catene di siti ottaedrici con uno spigolo in comune tra di loro (M), i quali contengono Fe3+ e Al e si allungano parallelamente all'asse intermedio b. I siti tetraedrici ed ottaedrici circondano grossi siti cationici (siti A) che accomodano i cationi Ca. Ci sono tre diversi siti ottaedrici: le catene ottaedriche M2, separate dagli altri siti ottaedrici, e le catene M1 – M3, unite le une alle altre. Il sito M3 è distorto e non centrosimmetrico. L'Al ha una forte preferenza per il sito M2, mentre il Fe3+ ed altri cationi (Mn) si concentrano nel sito M3, più grande.
In termini di chimica, la variabilità composizionale dell'epidoto è in gran parte governata dalla sostituzione di Fe3+ per Al che risulta in una soluzione solida completa tra i termini clinozoisite [Ca2Al3Si3O12(OH)] e l'epidoto [Ca2Al2Fe3+Si3O12(OH)]. Quest'ultimo era anche noto col nome di molecola pistacite, un termine che era utile per distinguere l'epidoto (minerale) dall'epidoto (end-member) ma che è stato discreditato dall'IMA. Il Ca nell'epidoto può essere in parte sostituito da minori quantità di Mg, Mn e Fe2+ o da terre rare (un epidoto con contenuti importanti di elementi del gruppo delle terre rare è noto come allanite).
Proprietà
Abito: prismatico
Durezza: 6
Densità: 3.21-3.38 g/cm3
Sfaldatura: {001} perfetta
Geminazione: {100} lamellare, non comune
Colore: verde, giallo, grigio, nero
Lucentezza: vitrea, resinosa
Struscio: bianco grigiastro
Alterazione: –
In sezione sottile...
α(α^c = 0-15°): 1.715-1.751
β(//b): 1.725-1.784
γ(γ^a = 25-40°): 1.734-1.797
2Vγ: 90-116°
Colore: giallo chiaro - verde
Pleocroismo: α incolore fino a giallo/verde pallido, β giallo pallido fino a giallo verdastro, γ giallo/verde pallido fino a verde giallastro
Birifrangenza (δ): 0.015-0.051 (alta, Arlecchinata)
Rilievo: alto
Segno ottico: –
[Mindat]
[HoM]
Caratteristiche di terreno
L'epidoto è relativamente facile da identificare sul terreno quando mostra le sue caratteristiche colorazioni dal verde al giallo pistacchio fino al verde scuro e l'abito prismatico. Ciononostante può essere confuso con altri minerali, come anfiboli o pirosseni, quando assume colorazioni sul grigio o sul nero. Diversamente dai pirosseni e dagli anfiboli, l'epidoto mostra un singolo set di piani di sfaldatura orientati parallelamente all'asse lungo. Sfortunatamente, l'epidoto spesso si ritrova come masse, in venette o in cristalli troppo piccoli per permettere di riconoscere le sfaldature a scala del campione a mano. Molte rocce metamorfiche (es. scisti verdi) contengono comunemente epidoto, spesso assieme ad altri minerali verdastri come l' anfibolo (actinolite) o la clorite.
L'epidoto in sezione sottile
L'epidoto è generalmente caratterizzato da un abito prismatico con sezioni 'basali' a sei lati. L'epidoto ha un singolo sistema di piani di sfaldatura orientati parallelamente all'asse lungo. A Nicols paralleli, l'epidoto mostra comunemente colorazioni dal verde al verde giallastro, seppure queste appaiano spesso molto chiare. In quest'ultimo caso, il pleocroismo può essere molto sottile o a malapena riconoscibile, mentre varietà di epidoto più colorate mostrano un pleocroismo più forte da α incolore/giallo pallido fino a β/γ giallo/verde. Un'altra caratteristica diagnostica dell'epidoto è il rilievo elevato (più alto del pirosseno e dell'anfibolo). A Nicols incrociati, l'epidoto mostra colori di interferenza che variano enormemente lungo la serie clinozoisite - epidoto. Per questa ragione, cristalli singoli di epidoto mostrano spesso una varietà di colori di interferenza in funzione della loro zonatura chimica interna e vengono comunemente descritti come Arlecchinati (colorazioni tipo Arlecchino).
La birifrangenza dell'epidoto è infatti più alta vicino al termine ricco in Fe3+e diminuisce drammaticamente verso il termine clinozoisitico. La clinozoisite pura mostra colori di interferenza sul grigio/giallo del prim'ordine, mentre composizioni intermedie della serie dell'epidoto mostrano tipicamente colorazioni del secondo fino al terzo ordine. Inoltre, la clinozoisite pura è incolore (o mostra colori estremamente deboli), non presenta pleocroismo evidente ed è otticamente positiva.
Video. Il pleocroismo dell'epidoto è generalmente sottile e caratterizzato da cambiamenti sulle tonalità del verde/giallo pallido. Le composizione ferriche mostrano normalmente un pleocroismo più marcato. N//. Larghezza: 1,2 mm. Epidosite. Calamita, Isola d'Elba, Italia.
⇔ slider. Cristalli di epidoto con rilievo elevato e colori di interferenza molto alti. I colori di interferenza sono più alti in prossimità del piano (010) (piano perpendicolare all'asse lungo), il quale ha un contorno quasi esagonale. Larghezza: 1,2 mm. Metagabbro. Monte Argentario, Italia.
⇔ slider. Le proprietà ottiche dell'epidoto variano fortemente a seconda della sua composizione, il che produce colorazioni arlecchinate a Nicols incrociati. Larghezza: 1,2 mm. Epidosite. Calamita, Isola d'Elba, Italia.
⇔ slider. Cristalli prismatici di epidoto con rilievo elevato e alti colori di interferenza, circondati da albite. L'epidoto mostra estinzione retta, ma l'asse ottico orientato parallelamente all'allungamento è l'asse intermedio (β). Conseguentemente, i cristalli di epidoto possono mostrare allungamento positivo o negativo. Larghezza: 1,2 mm. Metagabbro. Monte Argentario, Italia.
Esempi di rocce a epidoto
Epidoto in un metagabbro
Masse di epidoto, albite e quarzo in un metagabbro metamorfosato in facies scisti blu e retrocesso in facies scisti verdi.
Campione: metagabbro [per gentile concessione di Federico Rossetti]
Associazione mineralogica: albite, epidoto, clorite, actinolite, glaucofane, diopside, onfacite, quarzo, titanite, rutilo, zircone
Località: Cala Grande, Promontorio dell'Argentario, Toscana Meridionale, Italia
Epidoto in un'epidosite
Le epidositi sono rocce costituite quasi esclusivamente da epidoto, prodotte dall'alterazione idrotermale di rocce basiche o carbonatiche. Questo campione di epidosite proviene da un'aureola di contatto ed è stato prodotto dall'interazione fra fluidi caldi mineralizzanti e rocce carbonatiche.
Campione: epidosite
Associazione mineralogica: epidoto, clorite, calcite, actinolite, quarzo, feldspato alcalino
Località: Praticciolo, Calamita, Isola d'Elba, Italia
Vena ad epidoto e anfibolo (skarn)
Vena costituita quasi esclusivamente da grani prismatici di epidoto e anfiboli aciculari (aghiformi) che taglia un'argillite (shale). L'epidoto è zonato dal nucleo verso il bordo.
Campione: vena ad epidoto e anfibolo
Associazione mineralogica: epidoto, anfibolo, quarzo
Località: Capo Norsi, Isola d'Elba, Italia
⇔ slider. Cristalli prismatici di epidoto associati ad anfiboli fibrosi. Sono visibili sia sezioni basali che prismatiche di epidoto. Larghezza: 1,2 mm. Capo Norsi, Isola d'Elba, Italia.
Ritrovamento
L’epidoto si ritrova prevalentemente in rocce metamorfiche mafiche di basso grado ed è un minerale primario nelle facies degli scisti verdi, scisti blu a epidoto e anfiboliti a epidoto. L’epidoto è stabile anche a grado più basso, in rocce della facies a zeoliti e prehnite-pumpellyite. Nella facies degli scisti verdi, l’epidoto si ritrova spesso associato con anfibolo calcico (tremolite-actinolite), clorite ed albite. In rocce di facies scisti blu, l’epidoto è stabile assieme a clorite, anfibolo sodico (glaucofane), pirosseno sodico (onfacite) e granato. L’epidoto può infine coesistere con orneblenda e plagioclasio nelle anfiboliti. Meno comunemente, l’epidoto si ritrova assieme a mica bianca, biotite e stilpnomelano. L’epidoto può essere rinvenuto anche in rocce metasedimentarie di grado basso (scisti, filladi), di norma come minerale accessorio dal momento che questi protoliti sono tendenzialmente poveri in Ca.
L’epidoto è un importante componente di rocce di aureole di contatto, dove si può formare assieme ad altri calcsilicati durante il metamorfismo o il metasomatismo di marmi impuri. Metasomatismo ed alterazione idrotermale possono arrivare a produrre skarn contenenti epidoto o addirittura rocce costituite quasi esclusivamente da epidoto (epidositi). Rocce ignee che hanno subìto alterazione idrotermale possono anch’esse contenere epidoto o una mistura di epidoto ed altri minerali a grana fine come prodotto di alterazione del plagioclasio, nota come saussurite.
Armbruster, T., Bonazzi, P., Akasaka, M., Bermanec, V., Chopin, C., Gieré, R., … & Pasero, M. (2006). Recommended nomenclature of epidote-group minerals. European Journal of Mineralogy, 18(5), 551-567.
Evans, B. W. (1990). Phase relations of epidote-blueschists. Lithos, 25(1-3), 3-23.
Franz, G., & Liebscher, A. (2004). Physical and chemical properties of the epidote minerals–an introduction–. Reviews in mineralogy and geochemistry, 56(1), 1-81.
Risorse
An introduction to the Rock-Forming Minerals. Deer, Howie & Zussmann.
Optical Mineralogy: Principles & Practice. Gribble & Hall.
Transmitted Light Microscopy of Rock-Forming Minerals: An Introduction to Optical Mineralogy (Springer Textbooks in Earth Sciences, Geography and Environment). Schmidt.
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